ABOUT

“Chi si avvicina da dilettante alla costruzione di piccole barche, viene spesso attirato anche dalla progettazione..”

Sono sempre stato un appassionato del fai da te, la passione per il mare l’ho ereditata da mio padre. E’ stato lui che mi ha insegnato ad andare a vela, a conoscere ed apprezzare il sapore della salsedine: costruii sul suo Vaurien il trapezio perché ero troppo leggero. E’ stato quello il mio primo lavoro.

Sono state poi le serate passate con gli amici, a discutere di soluzioni tecniche, di materiali, di barche, che mi hanno spinto a disegnarne direttamente una.

Il primo progetto Barca è cominciato nel ’78 con Babaloo un sesta classe, poi sempre a livello di regata è arrivato Dinamite, un quarter tonner costruito in cadorite e kevlar che riscosse molto successo ai campionati Europei Quarter Ton di Hyères nell’estate dell’80.

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“Chi si avvicina da dilettante alla costruzione di piccole barche, viene spesso attirato anche dalla progettazione..”

Sono sempre stato un appassionato del fai da te, la passione per il mare l’ho ereditata da mio padre. E’ stato lui che mi ha insegnato ad andare a vela, a conoscere ed apprezzare il sapore della salsedine: costruii sul suo Vaurien il trapezio perché ero troppo leggero. E’ stato quello il mio primo lavoro.

Sono state poi le serate passate con gli amici, a discutere di soluzioni tecniche, di materiali, di barche, che mi hanno spinto a disegnarne direttamente una.

Il primo progetto Barca è cominciato nel ’78 con Babaloo un sesta classe, poi sempre a livello di regata è arrivato Dinamite, un quarter tonner costruito in cadorite e kevlar che riscosse molto successo ai campionati Europei Quarter Ton di Hyères nell’estate dell’80.

Un po’ alla volta e attraverso esperienze molto interessanti, insieme a Mauro Uggè, siamo arrivati alla realizzazione di Marisa. Siamo nel 1986, quando eravamo due giovani progettisti la cui attività era rivolta in prevalenza, sopratutto sentimentalmente, alle barche da corsa. Marisa è protagonista dell’Admirals Cup dell’anno seguente.

All’inizio degli anni ’90 inaugurai la stagione dei fast cruiser hi-tech che hanno come prodromo l’83’ Wallygator per Luca Bassani, la cui grossa innovazione intelligentemente promossa, ha proposto idee realmente diverse: la possibilità di andare a vela con barche grosse, veloci e con equipaggio ridotto.

Dopo i disegni di Luja e Boabunda, due 50’ IM, nel 1994 sono stato coinvolto in uno dei progetti più importanti e rappresentativi della Wally Yachts, il Wallygator 105’, premiato da Showboat “Most innovative sailing yacht”.

La ricerca di soluzioni innovative continua con il Wally B 106’ del 1996.

Mentre nel 1999 arriva il primo esemplare blue water fast cruiser, il 107’ Kenora.

Qualche anno più tardi nasce il progetto 65’ Maxi Dolphin, a uno studio sulla barca di dimensioni minori dove applicare il maggior numero di concetti studiati per la serie “fast cruiser” di grandi dimensioni. Nel 65’ Maxi Dolphin siamo riusciti a mettere quasi tutti i plus che normalmente si trovano su barche più grosse.

E’ il primo passo verso la semplificazione e il frutto della nostra esperienza in regata, dove si tende alla leggerezza e quindi, si inventano sistemi che fanno risparmiare peso. L’inventiva consegue alla ricerca e il mercato produce ciò di cui i progettisti abbisognano.

Spesso questa ricerca è costosa perché i pezzi non esistono e vanno creati ad hoc per diventare poi un patrimonio comune. Per rendere possibile la comparazione economica con barche di produzione, sempre più povere di dettagli e finiture, è stata impostata la costruzione in piccola serie in modo da mantenere i dettagli più ricercati e abbattere nello stesso tempo i costi di progettazione e prototipia.

Certo è che quando ci si approccia a barche di serie bisogna impostare le cose affinchè abbiano un prezzo più accessibile. Al tempo lavoravamo nello studio Luca Brenta & C. dove abbiamo potuto fare ricerca anche grazie a personaggi che hanno investito.

Per 10 anni lo studio Luca Brenta ha avuto la possibilità di ripensare e ridisegnare le barche moderne in molti degli aspetti che erano ritenuti più certi. Tutto è stato riconsiderato per uso croceristico in funzione del peso, dell’estetica e della funzionalità.

E’ da qui che nasce l’idea della B-Yachts.

La ricerca di soluzioni innovative continua con il Wally B 106’ del 1996.

Mentre nel 1999 arriva il primo esemplare blue water fast cruiser, il 107’ Kenora.

Qualche anno più tardi nasce il progetto 65’ Maxi Dolphin, a uno studio sulla barca di dimensioni minori dove applicare il maggior numero di concetti studiati per la serie “fast cruiser” di grandi dimensioni. Nel 65’ Maxi Dolphin siamo riusciti a mettere quasi tutti i plus che normalmente si trovano su barche più grosse.

E’ il primo passo verso la semplificazione e il frutto della nostra esperienza in regata, dove si tende alla leggerezza e quindi, si inventano sistemi che fanno risparmiare peso. L’inventiva consegue alla ricerca e il mercato produce ciò di cui i progettisti abbisognano.

Spesso questa ricerca è costosa perché i pezzi non esistono e vanno creati ad hoc per diventare poi un patrimonio comune. Per rendere possibile la comparazione economica con barche di produzione, sempre più povere di dettagli e finiture, è stata impostata la costruzione in piccola serie in modo da mantenere i dettagli più ricercati e abbattere nello stesso tempo i costi di progettazione e prototipia.

FILOSOFIA

“Il progettista non è solo un disegnatore di linee di carena o di interni..”

..ma viene giudicato anche per il risultato finale dell’opera che produce; diventa quindi facile essere implicati nella realizzazione vera e propria, seguire l’armatore dal progetto alla costruzione, a tutta la gestione del progetto barca, fino al varo.

Sono nato con le regate e ritengo che i progettisti di queste barche debbano restare sempre coinvoltili nell’attività “agonistica” per seguire in prima persona le prestazioni della barca, vagliare sui suggerimenti dell’equipaggio e offrire sempre la più ampia assistenza.

La barca a vela va interpretata sempre come prevalenza di divertimento, qualità questa che purtroppo difetta a molti armatori.

Un vero progettista si confronta sia con barche grandi che piccole, è poi il mercato che lo identifica con una particolare fascia di barche. Anche se col tempo sono stato più conosciuto per il lavoro fatto sui maxi, mi ha sempre comunque divertito lavorare con barche di piccole dimensioni.

FILOSOFIA

“Il progettista non è solo un disegnatore di linee di carena o di interni..”

..ma viene giudicato anche per il risultato finale dell’opera che produce; diventa quindi facile essere implicati nella realizzazione vera e propria, seguire l’armatore dal progetto alla costruzione, a tutta la gestione del progetto barca, fino al varo.

Sono nato con le regate e ritengo che i progettisti di queste barche debbano restare sempre coinvoltili nell’attività “agonistica” per seguire in prima persona le prestazioni della barca, vagliare sui suggerimenti dell’equipaggio e offrire sempre la più ampia assistenza.

La barca a vela va interpretata sempre come prevalenza di divertimento, qualità questa che purtroppo difetta a molti armatori.

Un vero progettista si confronta sia con barche grandi che piccole, è poi il mercato che lo identifica con una particolare fascia di barche. Anche se col tempo sono stato più conosciuto per il lavoro fatto sui maxi, mi ha sempre comunque divertito lavorare con barche di piccole dimensioni.